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INFERMIERI. IL PRESIDENTE PROVINCIALE DELL’ORDINE LANCIA L’ALLARME: NE MANCANO 2.000 E CI SONO POCHE ISCRIZIONI AI CORSI DI LAUREA

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Con le elezioni già convocate presso la sede di Opi Vicenza (Ordine delle Professioni Infermieristiche), da domenica 20 a martedì 22 ottobre, si chiude il triennio 2021–2024, che ha visto alla presidenza Federico Pegoraro, che termina così il quarto mandato consecutivo, il primo dei quali iniziato 13 anni fa, nel 2011.
Pegoraro (a sinistra nella foto) e il vicepresidente Stefano Bigarella, pur ricandidandosi come consiglieri nella Lista unica presentata per le imminenti elezioni, hanno già dichiarato la propria indisponibilità a ricandidarsi alla guida dell’Ordine, che conta oltre 6.200 iscritti suddivisi in due Albi: Infermieri (il più numeroso) ed Infermieri Pediatrici.
In chiusura dell’attuale mandato Pegoraro e Bigarella, hanno voluto mettere l’accento su alcune delle più importanti questioni, alcune delle quali si trascinano da tempo, altre, invece, emerse in questi ultimi anni, quali la mancanza di infermieri, la carenza di iscrizioni ai corsi di laurea, le violenze nei confronti dei sanitari e gli ultimi sviluppi inerenti alla nascita della nuova figura professionale dell’Assistente Infermiere. Sul primo punto, il presidente Pegoraro ha dichiarato: “secondo i dati Ocse siamo tra i Paesi europei con il minor rapporto infermiere ogni 1.000 abitanti. Se fossimo in media Ocse nella sola provincia di Vicenza, con oltre 850 mila abitanti, dovrebbero essere presenti almeno 7.800 infermieri, a fronte dei poco più dei 6.000 attuali. Una carenza, quindi di quasi 2 mila infermieri, con una situazione che va peggiorando di anno in anno. Basti pensare che su 138 assunzioni deliberate dall’Ulss 8 nello scorso settembre, a seguito di un bando di Azienda zero, si sono presentati solo in 60. Stiamo parlando di assunzioni a tempo indeterminato. Per contro assistiamo ad un sempre crescente fenomeno di dimissioni dal settore pubblico, in favore di quello privato, oppure di pensionamenti. Questa carenza ben si sposa, contrariamente ad alcuni anni fa, con quella di iscrizioni ai corsi di laurea. Quelle al primo anno del corso di laurea di Vicenza sono state un’ottantina su 120 posti disponibili e almeno il 30% degli iscritti storicamente non giungono al termine del ciclo di studi. Dal mio primo mandato siamo passati dall’ossessiva ricerca di infermieri docenti per i corsi, sempre overbooking, alle campagne di sensibilizzazione nelle scuole per cercare nuove iscrizioni. In quest’ultimo biennio, anche nelle nostre due sedi di formazione di Vicenza e Schio, come detto, non si è riusciti ad avere tanti iscritti quanti i posti disponibili. Le cause sono molteplici, alcune endogene al sistema, tra le quali non aiuta di certo l’entità dello stipendio e altre condivise con tanti altri settori lavorativi”.

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