# Tags
blank

IL RETTORE DEL SANTUARIO DI MONTE BERICO PADRE ROSSATO: “FRANCESCO, UN UOMO CHE SI È FATTO POVERO PER I POVERI DELLA TERRA”.

blank

Padre Carlo Rossato è Priore della comunità dei Servi di Maria della Basilica di Monte Berico e Rettore del Santuario.
Come ha vissuto la notizia della morte di Papa Francesco?
“È arrivata come un fulmine a ciel sereno. Mi ha lasciato frastornato, attonito. Tutto è arrivato improvvisamente. Ma la morte è così… anche per un Papa.”
Il giorno prima era in piazza San Pietro…
“Questo è motivo di riflessione e di meditazione. Papa Francesco probabilmente se lo sentiva, che erano le ultime ore di vita… Ha voluto finire la sua esistenza come predicava e cioè con la sua gente.”
Francesco era un riferimento non solo per i credenti ma anche per tante persone che non lo erano…
“Vero. Credo che si siano sentiti amati e soprattutto cercati. I non credenti, questa fascia dell’umanità, hanno visto in lui un profeta che li amava. E ci sono tante testimonianze. Una per tutte quella della visita di Francesco ad Emma Bonino appena dimessa dall’ospedale. L’annuncio del Vangelo è un annuncio per tutte le genti. E non importa chi è credente e chi non lo è. Era un riferimento universale perché predicava la pace e l’attenzione verso i più deboli, i più poveri, i reietti e anche verso la Madre Terra che «sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia». Per lui l’inquinamento e le ingiustizie sociali sono strettamente legati fra di loro. Papa Francesco a volte era imprevedibile. È stato la sorpresa di Dio per tanta gente. Il Vangelo che arriva, che sbaraglia, che supera e aggira i protocolli e le istituzioni.”
È sempre stato contro le formalità, era un uomo semplice e diretto, forse troppo diretto, secondo alcuni, anche dentro la Chiesa… Cosa ne pensa?
“Si, infatti ci sono state e ci sono delle correnti che non hanno mai accettato le vedute, le aperture.di Papa Francesco. Lui, anche su argomenti scottanti, ha dato delle indicazioni, ha fatto delle aperture dirompenti, ma sempre alla luce del Vangelo. Si tratta di interpretazioni, sempre mettendo al centro la figura, la presenza di Cristo che ‘spacca’ a volte ciò che è filtrato dai secoli.”
Dentro la Chiesa ci sono tante anime e sensibilità diverse. Papa Francesco è riuscito a rappresentare tutte queste differenze?
“Credo di sì. E poi, nonostante la sua età, è andato in tanti posti del mondo, anche i più sperduti e con la sua presenza ha testimoniato il Vangelo. È stato assolutamente moderno e contemporaneo anche per l’uso dei social. Con il suo pensiero chiaro e la sua presenza ha raggiunto tutti gli ambiti di vita dell’umanità e delle istituzioni. Penso, ad esempio, al significato del suo primo viaggio apostolico fuori dalla Diocesi di Roma, a Lampedusa nel 2013. Con la sua semplice ma potente e dirompente presenza ha voluto scuotere le coscienze ed esprimere la sua vicinanza agli ultimi. Nei suoi 12 anni di pontificato non si è mai risparmiato per portare l’universalità dell’annuncio del Vangelo dovunque e comunque nel mondo.”
Papa Bergoglio era un Gesuita. Che affinità ci possono essere con i Servi di Maria, custodi del Santuario di Monte Berico?
“Qui si apre il grande scenario della presenza di Maria. Nella bolla di indizione del Giubileo del 2025 Francesco parla di Maria come la più alta testimone della speranza. Una grande intuizione che va meditata perché la speranza è ciò che muove l’umanità, muove ogni persona. E pensiamo proprio al Santuario di Monte Berico. Ma perché tanta gente è stata qui domenica e soprattutto lunedì? È stata una cosa impressionante! Perché tutto questo? Credo che Maria, per la sua presenza evangelica, metta nel cuore di ciascuno questo fermento di essere qui e di affidarsi a lei. Perché la speranza non è un vuoto sentimento. No. Maria è una donna che è rimasta lì, davanti al figlio in croce. Ai piedi della Croce non poteva staccare i chiodi da suo figlio, però gli è rimasta vicino perché ha capito che cos’è la misura dell’amore. E la misura dell’amore è di non avere misura e quindi di andare fino in fondo, costi quel che costi. Ecco qua da dove nasce la speranza. Perché è rimasta lì con la convinzione, con la speranza che non era tutto finito per il figlio. E così è stato…”
Ha avuto modo di incontrare personalmente Francesco?
“Nel novembre del 2023 ero a Roma per un incontro internazionale di una settimana con tutti i direttori dei santuari del mondo. Il sabato mattina nella sala Paolo VI abbiamo avuto l’udienza con Papa Francesco. È stato un momento emozionante.”
Se avesse potuto parlargli di persona, cosa gli avrebbe detto?
“Gli avrei fatto un grande ringraziamento per la sua presenza. Bisogna provare una grande gratitudine per uomini come lui che vengono scelti a guidare l’Umanità. Un punto di riferimento non solo per i Cattolici ma anche per le altre confessioni o religioni e per i non credenti…”
Dove sta andando la Chiesa e quali dovrebbero essere le caratteristiche del nuovo Pontefice?
“Non è facile rispondere. Dobbiamo credere all’annuncio del Vangelo, della Parola di Dio che erompe di sorpresa, di novità e che raggiunge il cuore di tutti. Sarà lo Spirito Santo che indicherà la strada, momento per momento. Lo vedo anche nella mia esperienza di Priore e di Rettore qui a Monte Berico. Io credo che debba essere così anche per il nuovo pontificato, perché i tempi sono molto difficili, faticosi, complessi e allora sarà nella creatività dello Spirito Santo, creare e aprire la Chiesa alla novità di Dio.”
Cosa le è piaciuto di più del papato di Francesco?
“Intanto il sorriso, una cosa deliziosa che scioglie le tensioni, elimina le distanze e tutti quegli impedimenti che ci poniamo. E poi anche la sua facilità e spontaneità a raggiungere le persone sbaragliando ogni previsione. Per lui non c’era un ruolo, una classe, una situazione perché veniva la persona prima di tutto. Lì il Signore veramente ha compiuto un prodigio. Non vedo dimensioni negative perché era una presenza luminosa che sbaragliava.”
Come verrà ricordato Francesco?
“Prima di tutto come un uomo che si è fatto povero per i poveri della Terra. I poveri sono tanti, gli scartati, i deboli, gli ammalati, gli emarginati, i dimenticati. Un messaggio che ha trasmesso anche e prima di tutto al Vaticano e ai sacerdoti e al clero, ricevendo anche tante critiche.”
Un suo commento per i 5 giorni di lutto nazionale decretati dal Governo italiano…
“Credo che fosse un tributo dovuto a Papa Francesco.”
“Lui è stato chiamato al Padre nel lunedì dell’Angelo, -conclude il Priore- quindi nel tempo di Pasqua in cui celebriamo sette giorni di gioia dirompente per la risurrezione di Gesù, come fosse un unico giorno. Io credo che non sia stato casuale. È un segno veramente luminoso. Credo che il pontificato di Papa Francesco abbia seguito una scia luminosa di Speranza. La Speranza che non delude fondata sull’amore che Francesco ha donato e rivelato a tutte le genti.”

blank
Sottoscrivi
Notificami
guest
0 Commenti
Più vecchi
Più recenti Più votati
Feedbacks in linea
Vedi tutti i commenti

PIU' RECENTI

0
Lascia un commentox