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IL MONDO IN GUERRA

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Il sette ottobre di un anno fa ci siamo svegliati con le drammatiche notizie che arrivavano da Israele e quasi in diretta abbiamo assistito a scene di violenza e di morte scioccanti.
I missili di Hamas sorvolavano la terra di Davide, la gente nascosta nei rifugi seguiva in diretta sui cellulari quello che stava accadendo nella zona di confine a nord della Striscia di Gaza, nei kibbuz, nell’area dove si stava svolgendo un rave party di giovani.
Oltre 1200 morti, case assalite, incendiate, da parte di miliziani di Hamas che in nome di Allah uccidevano, stupravano, distruggevano. Contemporaneamente dalla striscia di Gaza gruppi di palestinesi superavano le linee di confine ed esultanti facevano razzia nelle case attaccate dai miliziani.
Duecentocinquanta gli israeliani fatti prigionieri e portati di forza nella Striscia.
Allora non lo sapevamo ancora, ma era iniziata la guerra. Da una parte Israele deciso a punire Hamas e a riportare a casa gli ostaggi, dall’altra l’organizzazione terroristica di Hamas, nascosta nei tunnel sotterranei che segnano la regione di Gaza. E proprio questi tunnel sono il motivo dei quasi quarantamila morti palestinesi della Striscia, bambini e donne in prevalenza. Di fatto la popolazione di Gaza si è trasformata in scudi umani a protezione dei terroristi, per niente preoccupati di chi, non sapendo dove andare, affamato e impaurito, cercava rifugio proprio in zone strategiche, diventando un bersaglio. Una guerra diversa, ma un’altra guerra. Non di posizione in campo aperto come in Ucraina, ma di ricerca degli ostaggi, dei covi, di droni e missili che colpiscono case, ospedali. Dopo un anno Gaza è ovunque macerie, tutto è distrutto, ma ancora la gente ci vive e ci muore.
Tanti i tentativi della diplomazia per fermare l’orrore, ma senza esito, anzi! Oggi è coinvolto anche il Libano, ma soprattutto l’Iran è intervenuto con attacchi missilistici su tutta Israele.
Il Papa implora la pace, invano, e parla di Terza guerra Mondiale. Diversa dalle altre due, concentrata in alcune regioni del mondo, ma purtroppo coinvolge il mondo e ne condiziona la vita e quindi è mondiale. Combattuta in modo diverso a seconda di chi è coinvolto: con armi altamente tecnologiche e precise per una parte dei contendenti, fatta di azioni terroristiche per l’altra.
All’area mediorientale si aggiunga la guerra in Ucraina, le tensioni tra Cina e Singapore, tra la Corea del Nord e quella del Sud. Il mondo sembra sia sul punto di scoppiare, anche perché non sono risolte altre tensioni in Siria, in Afganistan, in Yemen.
E l’Europa? Il centro dei precedenti conflitti totali, oggi cerca soluzioni di pace, ma non riesce ad avere una linea comune e la sua gente subisce le conseguenze economiche del conflitto, mentre le multinazionali delle armi si arricchiscono.
Noi non sappiamo che dire, diciamo che la reazione di Israele è legittima e nello stesso tempo gridiamo basta alla strage di innocenti a Gaza. Condanniamo Putin per l’aggressione all’Ucraina, ma non vogliamo che la risposta nei confronti della Russia vada oltre la difesa. Viviamo nell’attesa in uno stato di totale confusione, nell’attesa che qualcosa cambi.
Ma la guerra sarà purtroppo lunga, drammatica e dolorosa.

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Senza parole…

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