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GUARDA (VERDI): NO ALLA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE EUROPEA DI DECLASSAMENTO DI STATUS DEL LUPO

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Comunicato stampa dell’eurodeputata Cristina Guarda

L’eurodeputata dei Verdi Cristina Guarda interviene in merito al declassamento del lupo, alla vigilia della votazione prevista l’8 maggio alla Plenaria di Strasburgo.
“Come Verdi, continuiamo a difendere con fermezza il lupo e crediamo in un approccio rigorosamente scientifico per la convivenza con la fauna selvatica. Un approccio basato su interventi mirati – per esempio, accompagnando le specifiche esigenze di ciascun territorio e tipologia di allevamento – sarebbe la strada migliore per un equilibrio tra la natura e le attività umane. Invece, il declassamento disperde risorse essenziali e scarica il peso delle conseguenze su chi già oggi fatica a convivere con le sfide della presenza del lupo, a causa di scelte politiche miopi e strumentalizzate. Per questo, domani voteremo contro la proposta della Commissione europea sul declassamento, respingendo le balle raccontate dalle destre, da alcune categorie e dal mondo della caccia, che spacciano questo provvedimento come risolutivo,” dichiara Guarda.
“Anche dopo il cambiamento di status da “strettamente protetto” a “protetto”, il lupo rimarrà una specie tutelata e gli Stati membri saranno comunque tenuti a garantire adeguate misure di protezione,” sottolinea l’eurodeputata. “Tuttavia, le risorse per la prevenzione saranno destinate ad altre specie: altro che soluzione, è un’autentica fregatura per gli allevatori e per le amministrazioni locali realmente impegnate nella gestione del lupo,” spiega Guarda. “Esiste un concreto rischio che le misure preventive perdano fondi fondamentali: i fondi LIFE, prioritari per le specie strettamente protette, potrebbero non essere più accessibili, mentre i fondi PAC, seppur più consistenti, rimangono subordinati alle scelte degli Stati membri. Questo spostamento di priorità rischia di compromettere gli investimenti a lungo termine nella gestione efficace della convivenza, lasciando gli allevatori e le comunità locali senza il sostegno economico necessario,” conclude l’eurodeputata.

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