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GLOBAL SUMUD FLOTILLA. IL 3 OTTOBRE È NATO IN ITALIA UN NUOVO SOGGETTO SOCIALE E POLITICO

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Un fatto di politica estera (Israele-Global Sumud Flotilla) ha una ricaduta forte e inattesa sulla politica interna: milioni di italiani scendono nelle strade, sfilano in corteo, manifestano nelle piazze, occupano siti pubblici in nome di uno stato estero, la Palestina, che fra l’altro nemmeno esiste ed è solo un’entità geografica e umana che non tutto il mondo riconosce ancora, tanto meno l’Italia.
Improvvisamente una parte tutt’altro che marginale del Paese si risveglia dal torpore nato dal Covid e proseguito con la virata dell’elettorato a destra, rassicurante e normalizzante nella difesa di valori tradizionali e in certi casi riesumati. Si è accettato di tutto in questi anni, in cui la voglia di sopravvivere prima e quella di rivivere dopo hanno trascinato la gente al privato, al soggettivo, all’immobilismo. Meglio lo statu quo, per quanto spesso brutto e poco umano, che l’impegno a cercare qualcosa di più nella vita individuale e collettiva.
Un tema non nazionale e tanto meno economico ha fatto il break e tanti, tantissimi italiani hanno ritrovato la voglia o l’hanno sentita per la prima volta (i ragazzi della Generazione Z) di spendersi personalmente per combattere una ingiustizia e una tragedia umana che non li riguardano direttamente ma hanno invaso le loro coscienze.
Improvvisamente è saltato il tappo che bloccava la vita sociale e civile e lo stagno dell’accettazione delusa e rassegnata di tutto è stato mosso da ondate di partecipazione e di solidarietà. Ne è uscito un movimento popolare, trasversale, intergenerazionale in cui si sono saldate componenti le più diverse: partiti e centri sociali, pacifisti e oppositori, sindacati e studenti, giovani e reduci di battaglie di tanti anni fa. Anche a Vicenza è stato così e il corteo del 3 ottobre ha ricordato a chi c’era la grande manifestazione No Dal Molin dei centomila anti base USA.
Ci sono stati errori in quello che hanno fatto i Pro Pal, a cominciare dalle violenze e dai vandalismi, che vanno condannati con decisione e sradicati da un contesto di ben altra levatura e civiltà. Lo sciopero generale concomitante ha senz’altro creato disagi e difficoltà e la vita del Paese è stata turbata per qualche ora. Le polemiche hanno inquinato e distorto il contenuto vero e esplicito di questo grande evento.
Ma è innegabile che il sussulto di una parte importante degli italiani è una novità clamorosa, che va analizzata e valutata come una prospettiva nel futuro politico del Paese: un inedito e innovativo soggetto sociale si è proposto fragorosamente ed ha spezzato il tran tran soporifero degli ultimi anni.
Oltre ai gruppi sociali è stata la Cgil la protagonista e il suo segretario generale Landini ha fatto quello che i leader politici non hanno fatto, assumendosi un ruolo di guida che gli altri sindacati confederali non hanno condiviso e i partiti di opposizione sono stati costretti a inseguire. Ne è uscito male il Governo, già in difficoltà in precedenza sull’atteggiamento da tenere verso Israele e costretto – forse perchè non se l’aspettava – a una risposta divisiva e una linea esclusivamente difensiva.
GIANNI POGGI

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Germano Raniero
Germano Raniero
1 mese fa

Su una cosa fondamentale Gianni Poggi hai ragione: è nato un nuovo soggetto sociale e politico (non partitico). Traversale nella condizione sociale e di classe, traversale nel senso che ci sono tutti, nativi, immigrati, bianchi, neri, marroni, ecc, traversale anche politicamente. L indignazione, il rifiuto hanno prodotto protagonismo anche di persone solitamente assenti e variamente votanti.E’ nata la rivolta. Nel proseguire dell’ articolo si legge che è la CGIL la protagonista. Questa affermazione fa torto alla verità. Non la racconta giusta. E spiace che un articolo di una persona informata dei fatti faccia una simile affermazione. In questi due anni, la CGIL è stata sorda e cieca e solo dopo lo sciopero del 22 gennaio proclamato da USB e altri sindacati di BASE i dirigenti CGIL si sono decisi a fare sciopero insieme ai sindacati di base. Ha pesato l’enorme successo dello sciopero del 22 settembre e il fallimento dello sciopero CGIL del 19 settembre. Gli iscritti CGIL si sono mobilitati e hanno costretto i dirigenti CGIL a stare dentro questo enorme movimento espresso con il 22 settembre. Da ultimo lo slogan BLOCCHIAMO TUTTO è partito dal CALP portuali genovesi di USB . ECCO quando si fanno analisi per favore cerchiamo di farle oneste e non tirate da una parte. Si fa torto alla verità e alla onestà intellettuale di chi scrive l articolo

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