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La Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie si celebra il 21 di marzo, primo giorno di primavera. La stagione del ritorno alla vita della natura diventa simbolo di rinnovamento anche sociale. Ricordare le vittime delle mafie, proprio in quel giorno, significa ribadire ogni anno la rinascita di una società che vuole uscire dal freddo inverno della violenza e dell’ingiustizia che le mafie rappresentano. L’iniziativa, giunta alla sua trentesima edizione, da qualche anno è riconosciuta ufficialmente anche dallo Stato italiano attraverso la legge n.20 dell’8 marzo 2017. Il 21 marzo così è diventato un momento ufficiale di riflessione, di approfondimento e di incontro.Scuole ed associazioni celebrano questa giornata, vistando i luoghi degli eccidi di mafia o ricordando le vittime attraverso testimonianze dirette di familiari o amici.
Ed è quanto accaduto a Montecchio Maggiore, il 25 marzo, in Corte delle Filande. Gli studenti dell’IIS Ceccato hanno incontrato Giovanni Impastato, fratello di Giuseppe, ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1977 a Cinnisi, vicino a Palermo.
Giuseppe incarna il simbolo per eccellenza della lotta contro le mafie, perché era un giovane che si ribellava, in nome della giustizia e della libertà, ad un sistema di connivenza e omertà.
Era giovane e come tale usava nella sua lotta i modi e i sistemi che gli erano più consoni. Fonda una radio libera, Radio Out, dalla quale attacca i mafiosi di Cinnisi, in particolare Gaetano Badalamenti, capomafia locale, dopo l’uccisione di suo zio Cesare Manzella. Era cresciuto in una famiglia mafiosa. Peppino stesso assiste all’attentato dinamitardo contro lo zio e da quel momento decide di combattere in ogni modo la mafia e per questo sarà anche cacciato di casa.
Queste vicende sono state raccontate ai ragazzi proprio dal fratello più giovane, Giovanni, che ha fatto della testimonianza la sua ragione di vita affinché la morte di Peppino non sia stata vana, secondo i principi che animano la giornata dell’impegno della Memoria delle vittime innocenti delle mafie.
“Peppino era uno di voi. Era giovane, aveva ideali alti, credeva nella libertà, odiava i soprusi in ogni ambito. Per questo si è battuto contro gli abusi edilizi, in difesa dell’ambiente, si è battuto contro il traffico di droghe, contro ogni forma di corruzione, anche contro la sua stessa famiglia.”
C’è una grande sintonia tra la storia di Peppino e i ragazzi seduti in Sala delle Filande. Loro sono i figli della tecnologia più avanzata, Peppino nella sua lotta si serve di uno strumento nuovo di comunicazione, le radio libere. L’arte in tutte le sue forme, musica teatro, satira, con lui diventano strumenti di lotta. In particolare l’ironia che usava nei confronti dei suoi avversari, specie Tano Badalamenti, diventato per lui Tano Seduto, che dal suo castello dominava tutta Cinnisi.
Nell’occasione dell’incontro alcuni studenti dell’indirizzo economico hanno illustrano l’esperienza vissuta nel giugno scorso in una casa confiscata alla mafia in provincia di Verona, oggi diventata luogo di formazione di studio, luogo di condivisione di esperienze e riflessioni. In collaborazione con i Pensionati CIGL, rappresentati nell’occasione da Moreno Biolcati, i giovani del Ceccato hanno toccato con mano cosa significhi mafia, hanno conosciuto l’eroismo di chi l’ha combattuta, ma soprattutto hanno arricchito il loro bagaglio di cittadinanza attiva.
Giuseppe trova un aggancio importante con questa esperienza per raccontare di suo fratello, della sua casa, oggi luogo di memoria, da cui partono i cento passi che dividevano Peppino dalla casa dei Badalamenti, quel luogo dove si sono organizzati ogni forma di violenza e morte. E dove si decise della sua morte che doveva apparire non come un omicidio, ma come un attentato di stampo politico in un periodo di atti terroristici. Perché lui era troppo resistente e doveva sparire.
Di Resistenza parla anche la Dirigente Antonella Sperotto che spiega come l’iniziativa, curata dalla docente Paola Celsan, rientri in un importante percorso di Educazione alla Cittadinanza e venga a coincidere con un altro evento della storia a cui gli studenti del Ceccato, e in particolare i Meccatronici, sono legati, l’eccidio dei Quattro Martiri che si celebrerà il 28 marzo al Castello della Villa. Operai della Pellizzari che pagarono con la vita la ribellione agli ordini dei Nazifascisti che intendevano portare la produzione in Germania e con essa i suoi lavoratori. Scioperarono e alcuni di loro pagarono con la vita. Giovani resistenti come Peppino.
L’assessore Andrea Palma, in rappresentanza dell’Amministrazione, evidenzia quanto sia importante per lui essere presente accanto agli studenti, ricordando che Peppino Impastato è entrato nel suo cuore dopo aver visto “I cento Passi”, un film che non solo ha portato alla luce la vicenda dolorosa della famiglia Impastato, ma ha anche richiamato l’attenzione dei più giovani sulla mafia che, come detto dal Presidente Mattarella lo scorso 21 marzo, “…può essere vinta, dipende da noi, tanti luminosi esempi ce lo confermano”.
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