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CONFCOMMERCIO VICENZA. IL PRESIDENTE PICCOLO: NO ALL’AUMENTO DELL’IRAP

Nicola Piccolo

Comunicato stampa di Confcommercio Vicenza


L’ipotesi di un innalzamento dell’Irap, l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, preoccupa anche le imprese vicentine del commercio, del turismo e dei servizi. Lo sottolinea Nicola Piccolo (nella foto), presidente di Confcommercio Vicenza, che afferma: “Stiamo vivendo da tempo una situazione molto delicata sul fronte dei consumi interni, con una domanda debole soprattutto dei beni più tradizionali come abbigliamento-calzature, mobili e alimentari: alzare l’Irap significa dare alle imprese un segnale fortemente negativo, che potrebbe influenzare le scelte di investimento e crescita anche nei nostri comparti”.
Va detto che non c’è ancora chiarezza sulle modalità dell’innalzamento dell’imposta, di cui si sta discutendo in Regione, ma a rendere “indigesto” il possibile ritocco è, per il presidente Piccolo, soprattutto un fatto: “l’ammontare dell’Irap è calcolato anche sul costo del personale e questo significa che ad essere più colpite sono le imprese strutturate, che garantiscono alti tassi occupazionali. E se c’è un settore che in questi ultimi anni sta registrando un forte trend di crescita proprio sul fronte delle assunzioni è il terziario di mercato, che ci auguriamo non venga penalizzato da questa scelta di aumentare l’Irap”.
Anche perché, fa notare il presidente di Confcommercio Vicenza, “è evidente la contraddizione di aver abbassato, a livello nazionale, le imposte sul lavoro pagate dai dipendenti con il taglio del cuneo fiscale, per poi aumentarle alle imprese, a livello regionale, con il ritocco all’insù dell’Irap”.
Il presidente Piccolo non minimizza, chiaramente, le motivazioni che stanno portando la Regione ad una scelta di questo tipo: “che non si fa certo a cuor leggero, in un territorio che si è dimostrato spesso virtuoso nell’applicazione delle imposizioni locali a fronte di una forte tassazione generale che interessa le imprese, ma un aumento delle imposte deve essere davvero l’ultima ratio dopo aver valutato ogni possibile alternativa. L’auspicio è che la Regione proceda con estrema prudenza su questo terreno, dopo un confronto costruttivo con le organizzazioni imprenditoriali”.

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