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COMUNE DI SOVIZZO. UN PROGETTO DI MARKETING TURISTICO PER ENTRARE NELL’ANNO GIUBILARE 2026 DEL SANTUARIO DI MONTE BERICO

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Il Comune di Sovizzo ha lanciato quasi un anno e mezzo fa una iniziativa per legare il paese all’Anno Giubilare del 2026, in cui il Santuario di Monte Berico di Vicenza festeggerà il seicentesimo anniversario della apparizione della Madonna.
È un po’ complesso e presenta, secondo qualcuno, delle forzature il percorso che sta seguendo la nuova amministrazione del sindaco Matteo Forlin (ma l’iniziativa è partita con il precedente primo cittadino Paolo Garbin) per agganciare la grossa opportunità di convogliare a Sovizzo almeno una parte dei milioni di fedeli-turisti che arriveranno a Vicenza nel 2026.
Il legame che è stato individuato fra Monte Berico e Sovizzo è, infatti, fondato su un solo dato storico: la nascita in paese nel 1356 di donna Vincenza Pasini, la veggente a cui apparve la Madonna nel 1426 e nel 1428, che avrebbe vissuto parte della sua vita in loco per poi trasferirsi in città dopo il matrimonio.
Di donna Vincenza non si sa praticamente nulla, com’è ovvio date le sue umili origini. I registri di stato civile fino a Napoleone sono stati tenuti dalle parrocchie e trovarne del Trecento è praticamente impossibile, per cui tutta la narrazione su cui si basa il progetto del Comune è basata esclusivamente sulla tradizione orale e popolare. La veggente entra nella storia solo nel 1426, quando racconta al podestà di Vicenza di aver visto la Madonna (mentre portava la colazione al marito vignaiuolo al lavoro sul colle) e riferisce la proposta della Vergine: se i vicentini costruiranno una chiesa nel punto dell’apparizione, lei terrà immune la città dalla peste. I reggenti non danno seguito a donna Vincenza e nemmeno alla Madonna, l’epidemia dilaga. Per convincere i vicentini, ci vuole una seconda apparizione, due anni dopo, in cui il patto è riproposto e, stavolta, accettato.
Tutto ciò avviene a Vicenza, dove la settantenne veggente abita nel quartiere di Borgo Berga e Sovizzo in questa storia non c’entra nulla.
Nel marzo del 2023 il sindaco Garbin annuncia che il Comune ha acquistato una casa del paese in cui, sempre secondo la leggenda popolare, avrebbe abitato donna Vincenza, con la intenzione di ristrutturarla e “crearvi un’area museale, dotare il luogo di bar, servizi igienici e di una sala”. “Vorremmo utilizzare – aggiunge il Sindaco – la tecnologia con filmati tridimensionali in modo da essere immersi nella quotidianità dell’epoca”. E, infatti, il Comune commissiona addirittura un docufilm, che racconterà la vita sovizzese di donna Vincenza.
Si tratta, in sostanza, di un laicissimo e lecitissimo progetto di marketing turistico, che sfrutta però un delicato profilo di religione e di fede. Finora nessuno ha avuto nulla da obbiettare, tant’è che perfino il cardinale Parolin, segretario di stato della Santa Sede, ha ratificato l’operazione con una visita personale alla presunta casa della veggente.
Il Comune è coinvolto anche, ma non si sa precisamente come, in un innovativo incrocio fra religione e marketing e fra storia e prodotti locali, creato dall’imprenditore Tiziano Peruffo con l’idea di lanciare una serie di prodotti alimentari di alta gamma con il brand “Donna Vincenza 1426”, registrato da una srl che porta lo stesso nome, e di gestire alcuni itinerari, da percorrere in bici o con automezzi elettrici, che si sviluppano nel territorio di Sovizzo per raggiungere alcuni luoghi salienti nella vita di Donna Vincenza prima del suo trasferimento in città.

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Il sindaco Matteo Forlin a sinistra nella foto

A causa della fusione fra Sovizzo e Gambugliano e delle elezioni amministrative dello scorso giugno, il progetto del Comune è rimasto in stand by per sei mesi e, ora, il nuovo sindaco sta riavviandolo, tanto da apparire disinvoltamente come testimonial in una foto della campagna pubblicitaria del brand “Donna Vincenza 1426”.
GIANNI POGGI

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