Comunicato stampa del Gruppo PD Veneto in Consiglio regionale

“Oggi in prima commissione abbiamo illustrato la nostra proposta di legge per l’abolizione della finestra elettorale di primavera. Una iniziativa finalizzata a rimuovere l’origine dell’ambiguità su cui Zaia sta tentando di fondare la sua richiesta di proroga della legislatura, rafforzata anche nella formulazione della richiesta di parere al Consiglio di Stato in riferimento alla data delle prossime elezioni regionali. Tutto questo malgrado il presidente sostenga, nero su bianco, che non ha mai avanzato alcuna richiesta in tal senso”. Lo dice la capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Vanessa Camani.
“L’interpretazione di partenza proposta dal presidente Zaia, infatti, è quella della discutibile supremazia della legge regionale su quella nazionale, perorando così la domanda di allungare la legislatura. E dietro la scusa di voler solo fare chiarezza, nei fatti stanno tentando una forzatura. Da un lato scrivendo chiaramente nell’interpello al Consiglio di Stato che votare a settembre rappresenterebbe una compressione dell’autonomia regionale. Dall’altro attraverso l’opposizione pesantissima messa in scena oggi dai consiglieri leghisti Favero e Corsi alla mia proposta di legge. Una opposizione fondata, tra le altre, sull’ipotesi di un diritto di Zaia ad inaugurare le Olimpiadi, fatto comprensibile sul piano umano ma lontano anni luce dai principi democratici. Tutto questo per cercare appunto di allungare la durata di questa legislatura. Eppure, ricordiamo benissimo quando nel 2020 lo stesso Zaia, sulle tv nazionali spiegava come spostare la scadenza elettorale per il Covid fosse ‘una sospensione della democrazia’. È incredibile come si possa cambiare così radicalmente idea”.