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CALCIO MONTECCHIO. ROMANO ALEARDI: A INIZIO CAMPIONATO I MIEI PROGETTI ERANO ALTRI

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“Come vivo questo momento? Come un pugno sul naso. La scorsa estate quando ho ripreso in mano le sorti del Montecchio, a causa dei tanti impegni di mio nipote Mattia, non pensavo assolutamente di arrivare alla retrocessione diretta, senza passare per i playout”.
Secondo lei che cosa non ha funzionato?
“Ho ben chiaro che cosa non ha funzionato, ma questo non è il momento per dirlo. Ci sono ancora partite da giocare, spero che le si affronteranno con dignità, almeno una vittoria me la aspetto. Resta comunque il fatto che la squadra ha anche giocato bene, ma sono stati un po’ debolucci in avanti e comunque le punte non hanno reso come mi aspettavo”.
E adesso per il futuro si riparte con nuovi progetti?
“Non so, ho 82 anni e vorrei che si capisse che condurre una società come il Montecchio non richiede solo tanto impegno, ma anche un cospicuo capitale. Forse è proprio questo quello che non si coglie, il sacrificio, perché la presidenza è un sacrificio, potrebbe essere condiviso, almeno sul piano umano. Quello che ho fatto e faccio per il calcio nasce da una grande passione e dal desiderio di fare del bene allo sport. Sono stato e resto per un calcio antico, fatto di strette di mano, di condivisione… Oggi è tutto più complicato. Si guardi al Vicenza, ai grandi acquisti fatti, ai tanti denari spesi… E poi basta una Virtus Verona per mandare all’aria tanti progetti! Comunque resto speranzoso, credo ancora, e molto, nei giovani, ma nei nostri giovani, quelli che vivono e si allenano a Montecchio, quelli che ancora potranno fare grande Montecchio. Sogno un calcio senza procuratori. Spero ancora che trovi realizzazione il progetto che ho presentato lo scorso anno di una maggiore collaborazione tra le quatto società”.

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