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AMMINISTRATIVE 2024. LONGARE E TORRI DI QUARTESOLO DIVERSE ANCHE NEI CANDIDATI SINDACI: SOLO ZENNARO NEL PRIMO, BEN QUATTRO NEL SECONDO

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I territori dei Comuni di Longare e Torri di Quartesolo confinano per parecchi chilometri ma, a parte questo, i due paesi condividono ben poco: il fiume Tesina (che, provenendo da Torri, sfocia nel Bacchiglione proprio a Longare) e l’autostrada della Valdastico, che, da dodici anni, attraversa le rispettive campagne. Ma solo Longare ha un casello.
Per il resto i due Comuni sono all’opposto: Longare si divide fra pianura e Colli Berici mentre Torri si sviluppa tutta sul piano campagna; il primo è un centro prevalentemente agricolo e il secondo è diventato un polo commerciale primario con i due maxi shopping center Piramidi e Palladio; la viabilità longarese si sviluppa lungo l’asse nord-sud mentre quella torresana è parte del sistema est-ovest (autostrada A4 e statale) che si integra con la linea FS e, presto, con la TAV/TAC. Anche sotto il profilo del numero di abitanti la differenza è vistosa: Longare ha circa 5.500 abitanti, Torri più del doppio (11.500).
Ci sarà pure qualcosa in comune, ci si chiede. La risposta è sì ed è un problema che, negli ultimi anni, sta diventando pesante: i fiumi, che – come accade in tutta la rete idrografica regionale – hanno la brutta tendenza ad esondare in coincidenza con le grandi piovosità e, visto che, come detto, il Tesina è affluente del Bacchiglione, le crisi sono condivise.
Gli altri problemi, che si riproporranno ai nuovi amministratori che saranno eletti l’8 e il 9 giugno, sono del tutto eterogenei: mentre nel Comune berico l’impegno più pressante è la riapertura del ponte di Secula (che è di competenza della Provincia), a Torri le aspettative dei cittadini sono soprattutto in tema di viabilità, sicurezza, ambiente e territorio. I rapporti con le frazioni (Costozza e Lumignano) sono idilliaci per Longare e più complicati per Torri nei confronti di Lerino e Marola.
Le diverse problematicità si riflettono nel quadro elettorale, perchè a Longare c’è un solo candidato sindaco mentre a Torri ben quattro. Si ricandida sull’onda del successo del suo primo mandato Matteo Zennaro, primo cittadino di Longare e secondo più giovane sindaco della provincia (trentun’anni compiuti il 20 maggio). È stato eletto il 26 maggio 2019 raccogliendo il 54,5% dei voti) con la sua civica Insieme per cambiare, centro-sinistra. L’altra lista del 2019 Lega Salvini–Viviamo Longare stavolta non si è ripresentata. L’unico rischio che corre Zennaro è quello, piuttosto improbabile, di non raggiungere il quorum del 40%.
Ben più articolata la situazione a Torri, dove non si è ricandidato (pur potendolo fare) il sindaco uscente Diego Marchioro, giunto al suo terzo mandato, che con Torri Città Unita stato eletto nel 2019 con una percentuale del 43,5. Marchioro non è però uscito di scena perchè è candidato al Consiglio comunale con la civica Uniti per Torri, che sostiene la candidatura di Gianluca Ghirigatto, il quale ci tiene molto, comunque, a marcare la discontinuità con la amministrazione precedente: nuova lista, in parte nuovi candidati, nessun collegamento a partiti e, tanto meno, a macro aree politiche, civismo duro e puro.
Il Centrodestra correrà diviso alle comunali, sono già ben tre, infatti, i candidati sindaci e le liste di sostegno, che si contenderanno la quota di elettorato che non si riconosce nell’area della maggioranza uscente. Anche qui  nessuno fa esplicito riferimento a uno dei partiti della coalizione di Governo, anzi tutti usano la parola magica “civismo”.
Il primo a comunicare la discesa in campo è stato Luigi De Ecclesiis, sostenuto dalla neocostituita Siamo Torri. Lo stesso De Ecclesiis ammette la personale appartenenza politica: “sono un simpatizzante di destra, voto Giorgia Meloni”.
Pure con una nuova civica di sostegno (Impegno per Torri) si candida Mauro Fabbiani. Il riferimento politico, in questo caso, è la Lega, la cui sezione locale sostiene la candidatura. Fabbiani ci riprova per la terza volta dopo le sconfitte del 2014 (con il M5S) e del 2019 (con la civica “Rinnovatorri”) e dopo dieci anni nei banchi di minoranza.
Alberto Rauli è supportato da Torri nel cuore che, nelle elezioni del 2019, ha portato Ernesto Ferretto a concorrere con il vincitore Diego Marchioro. “Torri nel cuore” è targata Centrodestra e Rauli è legato a Fratelli d’Italia, pur essendo un deb in politica. Di lui si ricorda che è l’autore del libro “La fiamma di Vicenza. Storia dell’MSI nella provincia berica”.
GIANNI POGGI


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