Ho avuto l’onore di incontrare di recente Giancarlo Ghiotto. Una chiacchierata per capire e far conoscere un uomo che ha sicuramente scritto una pagina di storia dell’industria vicentina nel mondo e lo ha fatto nella città che l’ha visto nascere.
Dalla Calpeda alla Mondeo, passando per la Lowara, ora Xylem, un lungo cammino fatto di scelte geniali, ma soprattutto di studio, lavoro e dedizione.
Quel pomeriggio piovoso in cui l’ho incontrato, mostrava evidenti i segni di quanto per lui fosse faticoso andare avanti. A sorreggerlo una mente vivace, lucida e l’amore della moglie Gabriella.
Non ho potuto, quel giorno, non ricordare la foto scelta per la copertina di un libro di racconti del fratello Renato, in cui lui appare il più piccolo di quattro fratelli, bambino tra l’impaurito e il divertito che non sapeva ancora cosa la vita gli avrebbe riservato.
E in effetti il suo destino, che sembrava dover scorrere all’ombra di fratelli scrittori, partigiani, medici, gli ha offerto opportunità che lui ha saputo cogliere e trasformare in impresa. Non ha disdegnato il lavoro in fabbrica alla Pellizzari, ha coltivato la passione per la meccanica insegnando al Capi, ha brevettato e realizzato arrivando a conquistare il mercato mondiale delle pompe idrauliche prima e delle loro componenti poi.
Quel giorno ha ricordato il modo in cui il fratello Renato, scrittore, giornalista e critico cinematografico, aveva definito il momento in cui in lui esplodeva il “boion de la stupidela” ovvero la frenesia di fare qualcosa di importante, ma che gli altri consideravano irrealizzabile. E invece i suoi progetti hanno tutti trovato concretezza e hanno dato lavoro a tanti operai di Montecchio Maggiore e dintorni. Ma dobbiamo ricordare Giancarlo anche come appassionato del bello, il bello della sua dimora voluta proprio ai piedi del Castello della Bella Guardia di fronte alla Villa Cordellina, che lui amava, il bello dell’arte che coltivava e che ricercava anche aiutando giovani talenti.
Innamorato della sua famiglia , dei numerosi nipoti e soprattutto di Gabriella che ha conquistato offrendole un’azalea raccolta di ritorno da una passeggiata in montagna, le passeggiate che tanto amava fare, anche per raccogliere funghi.
Legatissimo ad una mamma che lui definiva “forte nella sua dolcezza”, non ha mai smesso di amare i fratelli Renato, Renzo, Vittorio, diversi tra loro, ma molto speciali. In particolare Renato per il quale ha voluto fosse pubblicato e presentato in Corte delle Filande, il lavoro di Oreste Palmiero “In questo arrabattarsi gioverebbero i discorsi con gli amici”- Renato Ghiotto: una biografia dalle lettere. Era il 30 gennaio, lui era seduto in prima fila, ascoltava e guardava le foto del fratello scorrere sullo schermo. E’ stata la sua ultima presenza pubblica. Poi è arrivato il tempo dell’addio. Giancarlo si è spento il 24 maggio, confortato dall’amore della famiglia.
Rosanna Frizzo