LR VICENZA. LA VIRTUS VERONA TORNA A PERDERE AL MENTI DOPO SEI ANNI
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Ormai c’è tutto o quasi: girone, calendario, raduno e ritiro, allenatore e giocatori. Ecco, il “quasi” si riferisce alla rosa dell’LR Vicenza, che è ancora incompleta e, probabilmente, lo sarà fino al termine del calcio mercato.
Restano, infatti, dei ruoli scoperti e altri potrebbero aggiungersi se certe cessioni, al momento solo potenziali, si realizzassero non ostante i ribaditi no del board di Largo Paolo Rossi. Significative sono state le affermazioni in tal senso di Stefano Vecchi (nella foto), che ha infiammato i tifosi proclamando, in occasione della festa della Curva Sud, “i nostri giocatori valgono e quindi se qualcuno li vuole deve pagare… e tanto”. Dichiarazione da vagliare con attenzione, perchè l’allenatore non ha detto che sono incedibili i giocatori che si dice abbiano richieste, bensì che, invece, lo sono a fronte di offerte importanti. Non è la stessa cosa.
Nè bisogna dimenticare che il rapporto contrattuale non è più, come molti anni fa, fra la società che detiene il cartellino e quella che lo vorrebbe acquistare, perchè c’è un terzo soggetto che spesso è determinante e cioè il giocatore (assistito dal suo procuratore). Se il giocatore s’impunta, la faccenda si complica, quanto meno perchè pretende dal suo attuale datore di lavoro un adeguamento delle condizioni a quelli che gli propone l’acquirente.
La rosa è, quindi, un elemento ancora incerto per una valutazione del Vicenza 2024-2025. Non lo è, invece, la composizione del girone, che comprende solo due realtà storiche e blasonate come il Lane e cioè Padova e Triestina e le vecchie glorie Novara e Pro Vercelli, che, però, non hanno profili da top team. Poi ci sono le retrocesse Lecco e FeralpiSalò, dotate del paracadute che spetta alle bocciate della B e di proprietà solide, e l’Atalanta Under, al secondo campionato fra i prof e ben dotata nella rosa. Le squadre che rappresentano capoluoghi di provincia sono solo 9, inserendo nel gruppo anche Atalanta, Alcione Milano e Virtus Verona, che hanno ben poco a che fare con le città di appartenenza. Gli undici club restanti sono portabandiera di centri piccoli o piccolissimi, il che significa stadi minuscoli e tifoserie di pochi intimi ma non necessariamente realtà tecniche di secondo piano e con obbiettivi modesti.
Interessante è la pattuglia veneta, forte di sei squadre (quattro in meno della lega lombarda) e di cui sono leader due favorite, Vicenza e Padova. Un bel risparmio per le casse sociali, visto che le spese di trasferta di cinque gare saranno più o meno a costo zero.
Il calendario, sulla carta, va di lusso per il Vicenza, che, dopo il debutto in casa il 25 agosto con la Giana Erminio, avrà il primo vero impegno solo al settimo turno in cui ospiterà la FeralpiSalò di Aimo Diana. A questo primo testa-a-testa seguirà subito la trasferta a Padova e non è una bella coincidenza. Due giornate più tardi si apre un mini ciclo che potrebbe risultare impegnativo: è, infatti, in calendario prima il terzo confronto delicato, quello al Menti con la Atalanta, a cui poi segue la trasferta a Novara e la visita a Vicenza del Lecco. Non ci sono altri match da brividi fino all’8 dicembre, data della trasferta a Trieste, che precede la chiusura dell’andata in casa con il Trento.
Ci sono in calendario due trasferte consecutive (seconda e terza giornata, Pergolettese e AlbinoLeffe) e altrettante gare interne in sequenza (Renate e FeralpiSalò, sesta e settima), per cui non ci sarà differenza fra andata e ritorno. Per quanto riguarda, infine, i confronti nel girone di ritorno con le presunte favorite, il Vicenza ne giocherà due al Menti (Padova e Triestina) e tre fuori casa (FeralpiSalò, Atalanta e Lecco). Poi ci saranno le solite rivelazioni, ma è prematuro parlarne.
Con le rose ancora aperte è impossibile stilare un ranking delle forze in campo. Scontato mettere in prima fila, in ogni caso, il Vicenza e la Triestina, a cui aggiungerei il Padova quanto meno perchè ha preso un allenatore giovane e bravo come Matteo Andreoletti, reduce da un gran campionato alla Pro Sesto e dal successivo esonero a Benevento a metà stagione. Anche Lecco e FeralpiSalò meriterebbero un posto fra i top team, ruolo scontato come retrocesse: curiosamente tutte e due hanno nuovi allenatori con un recentissimo passato al Vicenza, e cioè Francesco Baldini e Aimo Diana.
Le sorprese? Una veneta, il Caldiero, e una lombarda, l’Alcione Milano, entrambe neo promosse e vincitrici con numeri importanti dei gironi A e B della Serie D. Vedremo se basterà l’entusiasmo per far bene anche fra i professionisti.
GIANNI POGGI
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